domenica 1 dicembre 2013

effetti delle droghe

Informazioni sui Vari Tipi di Droghe
Le droghe, tutti i tipi di droghe (non solo eroina, cocaina, hashish ma anche alcol, marijuana, ecstasy troppo spesso sottovalutate nei loro effetti) in sostanza, sono un veleno, un veleno per il corpo e per la mente.
L'effetto dei diversi tipi di droga varia e dipende anche dalle quantità assunte. Qualsiasi droga assunta in minime dosi funziona come stimolante, una quantità maggiore agisce come sedativo e una quantità più grande agisce esattamente come un veleno e può causare la morte della persona.
Generalmente chi assume droga o alcol lo fa per evitare condizioni fisiche è mentali indesiderate. Ma l'apparente beneficio dura ben poco, infatti la droga interferisce negativamente sulla fisiologia naturale dell'organismo. Qualsiasi droga si comporta in questo modo. Ad esempio prendiamo il caffè, nel quale è contenuta la caffeina che è una droga. Cento tazzine di caffè ucciderebbero una persona. Dieci tazzine, quasi certamente la farebbero addormentare. Due o tre tazzine, agirebbero da stimolante. Il caffè è una droga molto comune e non molto dannosa, in quanto per esserlo, se ne dovrebbe assumere una grande quantità. Per questo è nota soprattutto come stimolante. L'arsenico è conosciuto come veleno. Tuttavia, in piccolissime quantità, agisce da stimolante e, in dose ben calibrate, da sonnifero. Diversamente, alcuni decigrammi causano la morte.

Alcool

Informazioni sui Tipi di DrogheAlcolici, un termine che raggruppa una categoria di sostanze che contengono alcol etilico: vino, birra, superalcolici. In altre parole qualunque liquore, ottenuto per distillazione o fermentazione o qualsiasi bevanda o i suoi vapori, contenenti una qualche percentuale di alcol.
L’alcol è farmacologicamente una droga che, secondo le dosi, ha effetti euforizzanti, disinibitori, stimolanti o calmanti. Inoltre se assunto a lungo dà dipendenza.
La sindrome di astinenza è più drammatica di quella dell’eroina, negli stadi iniziali si manifesta con il tremore delle mani, nei casi estremi si hanno il delirio e convulsioni (delirium tremens).
L’intossicazione da alcol (ubriachezza) provoca mancata coordinazione dei movimenti, lentezza dei riflessi, difficoltà a parlare, e soprattutto tendenza all’aggressività. Secondo le ricerche eseguite in tutti i paesi l’alcol fra tutte le droghe è quella che provoca il più alto livello di violenza verso sé stessi e verso gli altri.
Negli ultimi anni si è discusso molto e a lungo riguardo alcune tossicodipendenze ereditarie.
L’alcolismo si è detto, qualche volta è un male di famiglia. Comunque non è stato mai trovato un gene connesso all’alcolismo o alla tossicodipendenza.


Anfetamine
I soggetti che abusano di anfetamine sono attratti dal senso di benessere, di vigore, di sicurezza in se stessi dato da queste droghe. I forti consumatori sono identificabili da loquacità, presenza di tremore alle mani, cute sudata, midriasi, ipermotilità, anche con gesti ripetitivi. La via di somministrazione preferita è quella endovenosa, anche se le anfetamine possono essere assunte per via orale, inalazione o fumo.A differenza della dipendenza da eroina, che insorge più rapidamente se la sostanza è assunta per via endovenosa, e della dipendenza da cocaina, che è più rapida e accentuata se questa viene fumata o iniettata, la dipendenza da anfetamine non è influenzata dalle modalità di assunzione della sostanza.Informazioni sui Tipi di Droghe




L’uso continuo o di dosi elevate amplifica gli effetti collaterali, senza aumentare quelli piacevoli.
La persona che fa uso di anfetamina perde l’appetito e si trova a non toccare cibo per più giorni; non prova più sonno e può rimanere sveglia per giorni interi, sino a crollare in uno stato di prostrazione e stati d’ansia. La persona che abusa di anfetamina può arrivare ad avere atteggiamenti paranoici e sentire voci che non esistono. Fattori di rischio aggiuntivi sono gli effetti devastanti che, a breve o a lungo termine, questa droga può provocare sul cervello. Esiste un’ intossicazione acuta da anfetaminici, una cosiddetta “overdose”, caratterizzata clinicamente da un quadro di insufficienza cardiocircolatoria acuta ed irreversibile che porta ad un rapido decesso.


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Cannabis
Convenzionalmente, il termine “cannabis” viene usato per indicare soltanto la pianta coltivata per ottenere prodotti psicoattivi o medicinali, e viene esteso alle sostanze psicoattive che vengono ottenute dalla pianta. Il più importante principio attivo della cannabis è il tetraidrocannabitolo (THC). I principali derivati della cannabis sono HASHISH e MARIJUANA.




Cocaina
Anche questa è una droga eccitante come l’anfetamina. A questa drogaInformazioni sui Tipi di Droghe
vengono riconosciuti effetti afrodisiaci, sensazione di forza e bellezza, fa sentire la persona che la usa “al centro del mondo”. In realtà ha effetti collaterali devastanti: la persona che ne abusa può perdere la ragione, avere il cervello rovinato, avere manie ed idee fisse che la portano a vivere una dimensione irreale, con sintomi paranoici.
L’assunzione della cocaina avviene per via endovenosa, per inalazione o fumandola.
La persona che usa cocaina, assume questa droga molte volte durante la giornata; il suo effetto dura poco, per cui la persona deve assumerne in continuazione. Irritabilità e depressione subentrano quando l’effetto di questa droga diminuisce sulla persona; la paranoia solitamente segue queste fasi.




Cobret
E’ un derivato dell’eroina con una quantità di principio attivo piutInformazioni sui Tipi di Droghe
tosto bassa, nato di recente sul mercato illegale per una certa fascia di consumatori: quelli che si “impasticcano” con gli psicostimolanti.
Dopo una notte in ecstasy, il cobret calma e rilassa. E’ una polvere marroncina che si fuma o si inala. I pericoli però sono esattamente quelli dell’eroina.







Ecstasy
Contrariamente a quanto si pensa, l’ecstasy è un vecchio farmaco.
Nasce infatti all’inizio del secolo insieme all’anfetamina, ma viene ritirato dal commercio dopo brevissimo tempo, a causa di effetti eccessivamente stimolanti come insonnia, inquietudine, aggressività. Così come avviene per le altre sostanze, l’ ecstasy puòInformazioni sui Tipi di Droghe
essere tagliata con altre droghe in funzione di uno “sballo” difficilmente controllabile. Per raccogliere una casistica sugli effetti di questa droga, l’ambiente non è più l’ospedale, ma l’uscita delle discoteche. Le manifestazioni collaterali sono tanto acute quanto momentanee. In una persona labile, si possono scatenare fenomeni di grave dissociazione e turbamenti psichici. Uno dei rischi prodotti da questa droga sull’individuo che ne abusa è un delirio di onnipotenza, per molti aspetti simile a quello determinato dalla cocaina.
Quando l’effetto della droga sparisce, la persona si sente abulica, depressa, con stati d’animo ansiosi. Recenti ricerche hanno dimostrato che l’ecstasy crea danni al sistema nervoso. Un programma recente su MTV ha parlato addirittura di casi con danni irreversibili al cervello ed anche di veri e propri buchi nel cervello stesso, causati da questa droga.


EroinaL’eroina è un derivato della morfina. Elaborata originariamente per curare le crisi d’astinenza della morfina, ha un effetto sedativo. L’eroina, tra le droghe “di strada”, è la più mortale. L’intossicazione fisica sopraggiunge dopo pochi mesi, se l’approccio è saltuario. La persona che ne abusa giornalmente, può trovarsi intossicata e dipendente fisicamente già dopo poche settimane.
La via di somministrazione preferita dal dipendente di eroina è quella endovenosa, anche se l’eroina si può inalare o fumare.
La trappola, per la persona che comincia a farne uso è la convinzione che “io non finirò mai come gli altri” oppure “se questa è l’eroina io smetto quando vogliInformazioni sui Tipi di Droghe
o”.
La persona che fa uso di questa droga, deve continuamente aumentare la dose giornaliera per poterne sentire gli effetti; mentre gli effetti collaterali che questa droga crea sul corpo della persona sono devastanti e possono culminare con l’overdose e la morte. Un tossicodipendente da eroina perde ogni tipo di valore etico, morale e di rispetto sia nei propri confronti e sia nei confronti delle persone che lo circondano; siano questi genitori, la moglie, il marito e/o i figli. Il bisogno di soldi per poter soddisfare la quantità necessaria di droga giornaliera che la persona necessita, la portano a pensare solo a racimolare i soldi che gli permetteranno di avere la sua dose.


Ghb
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Abbreviazione per “acido gamma-idrossi-butirrico”: è un medicinale usato in passato come anestetico generale, ed attualmente è usato per il trattamento della sindrome di astinenza da alcolici. Viene usato come sostanza psicoattiva (chiamata in gergo anche “Ecstasy Liquida”) in particolare assieme o dopo l’ecstasy. Ha effetti rilassanti in dosi moderate, a dosi forti dà spossatezza e disorientamento. Pericoloso specialmente se mescolato con l’alcool (può anche essere mortale).




Informazioni sui Tipi di Droghe
Hashish e Marijuana
L’uso della marijuana e delle altre droghe “leggere” danneggia la concentrazione, le registrazioni mentali ed il ricordo di immagini mentali precedentemente registrate. Queste droghe possono far svanire il senso di timidezza, possono far sentire disinibita la persona inibita, far sentire forte la persona debole, soprattutto nei confronti del sesso. La persona che fa uso di queste droghe ha un radicale cambiamento di personalità e perde l’ambizione nella vita. La perdita di ambizioni è il punto di partenza: l’adolescente concentra tutta la sua attenzione a questi stati di “benessere” e rinuncia a qualsiasi altro interesse come lo sport, la lettura dei testi scolastici, i suoi hobbies. Uno degli effetti più ovvi del fumare la marijuana o hascisc è la stanchezza.Queste droghe dirigono verso l’interno o “interiorizzano” l’attenzione di una persona; il risultato è una persona che non ha più il controllo dell’ambiente e delle persone che la circondano, ma perennemente con “la testa fra le nuvole”. Senza una dovuta attenzione, una buona memoria non si sviluppa e diventa molto difficile ricordare ciò che è stato registrato precedentemente. Possiamo dire con sicurezza che l’uso di queste droghe può contribuire a causare nella persona stanchezza, pallore, problemi di memoria e cambiamenti di personalità. Ci sono 400 prodotti chimici nel fumo della marijuana. Tra questi è stato dimostrato che 60 causano il cancro. Questi prodotti chimici rimangono nel corpo per anni. La marijuana contiene THC, una neuro tossina, ossia un veleno che intacca cervello e nervi.


Informazioni sui Tipi di Droghe
Ice
Letteralmente significa “ghiaccio” dall’aspetto dei cristalli che si fumano come il crack, ma è più tossico di quest’ultimo. E’ un particolare tipo di anfetamina scoperta nel 1893 in Giappone (dove si chiama “SHABU”, nome diffuso anche in Italia). In America è arrivato negli anni ottanta e lo considerano già la droga del futuro. Può anche essere masticato. E’ un fortissimo stimolante del sistema nervoso che fa sentire eccitati, euforici, quasi invulnerabili, e i suoi effetti durano dalle 8 alle 24 ore. Scatena aggressività, allucinazioni, depressione e porta a disturbi renali. E’ facile diventarne dipendenti.


Ketamina
Informazioni sui Tipi di Droghe
Chiamata anche SPECIAL K, KET, Vitamina K. Prodotto usato in medicina come anestetico generale. Viene usato come droga (per via orale, intranasale, ma anche fumata o iniettata), per i suoi effetti che possono essere calmanti o allucinogeni, spesso insieme all’ecstasy. E’ particolarmente pericolosa perché può provocare una paralisi temporanea e insensibilità ai dolori: è quindi facile subire lesioni senza accorgersene.



LSDLInformazioni sui Tipi di Droghe
’LSD (dietilamide dell’acido lisergico, chiamato in gergo anche ACIDO) è un derivato sintetico della segale cornuta, scoperto nel 1943 da Albert Hoffman, un chimico svizzero che lavorava alla Sandoz (industria farmaceutica). Gli effetti dell’LSD sono tipicamente “psichedelici”.
L’LSD determina un’alterazione delle percezioni: immagini distorte, colori più vivaci, fantasie, talvolta allucinazioni.
Gli effetti si manifestano dopo 30-60 minuti dall’indigestione, raggiungono il picco in 2 o 3 ore si estinguono dopo 6-10 ore. Una dose anche normale di LSD può provocare disturbi psichici transitori; i disturbi possono avere anche conseguenze più gravi e prolungate in alcuni casi.
L’effetto negativo più frequente è l’ansia: il soggetto è spaventato dalla sensazione di non poter controllare i propri pensieri. In qualche caso la una malattia mentale latente può aggravarsi e persistere anche a lungo dopo la cessazione degli effetti.






Informazioni sui Tipi di Droghe
Mescalina
La mescalina (3-metossi-fenil-etil-amina) è il principio attivo del PEYOTE, cactus a effetti psichedelici.
Gli effetti della mescalina sono meno violenti di quelli del peyote e sono descritti come analoghi a quelli dell’LSD.


Metadone

Informazioni sui Tipi di Droghe
Il metadone è un oppiaceo sintetico, una droga quindi come la morfina e l’eroina. Come queste, il metadone porta la persona a una dipendenza pesante e a seri danni fisici, a un aumento di depressione nella personalità del dipendente e a un “freno psichico” nello sviluppo delle capacità di lavoro e di esperienza. Un consumo prolungato provoca danni al fegato, ai reni e così via. Un’overdose o una combinazione con altre droghe, provoca la morte. Inventato per curare gli eroinomani, è in realtà molto peggio dell’eroina e di nessuna utilità curativa.


Morfina
Informazioni sui Tipi di Droghe
Principio attivo degli OPPIACEI. La morfina estratta dalla pianta viene prodotta legalmente come farmaco analgesico. Ha proprietà simili a quelle dell’eroina, anche riguardo a dipendenza, tolleranza e tossicità.






Oppio

Informazioni sui Tipi di Droghe
Lattice che si ottiene dall’incisione delle capsule non mature del papavero da oppio (Papaver Somniferum). Per i suoi effetti psicoattivi (fondamentalmente depressivi) viene fumato o mangiato. E’ praticamente la più antica e diffusa droga conosciuta dall’uomo. Il suo uso è segnalato fin dall’epoca dei Sumeri, 4000 anni prima di Cristo. In medicina è usato come analgesico almeno dal III secolo a.C. Una soluzione di oppio al 10%, chiamata LAUDANO, è usata dall’inizio del 1500 fino al secolo XIX come medicina ma anche per i suoi effetti psicoattivi.


Poppers
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Nome in gergo del nitrito di amile, prodotto medicinale venduto in fiale che vengono inalate e provocano abbassamento della pressione e dilatazione dei vasi sanguigni; usato in passato per lenire i dolori del angina pectoris. Qualcuno lo usa come droga per i suoi effetti di stimolazione sessuale, prolungamento dell’orgasmo, e anche distorsione delle percezioni. Gli effetti sono immediati e durano 2 – 3 minuti; provoca effetti negativi (nausea, vomito, mal di testa, gonfiore al naso). Particolarmente pericoloso se inghiottito (può uccidere) o fumato (è infiammabile).
Informazioni sui Tipi di Droghe


Psicofarmaci
Termine generico per definire tutte le medicine che hanno effetti psicoattivi: farmaci stimolanti, antidepressivi, dimagranti, analgesici, tranquillanti, ipnotici ecc.


Speed (Stimolanti Sintetici)
Informazioni sui Tipi di Droghe
Nel gergo anglo - americano vengono chiamati SPEED (= velocità). Gli stimolanti vengono spesso classificati come anfetamine, un nome che definisce la formula chimica di una categoria di sostanze. In realtà, alcuni stimolanti sono anfetamine (fra tutte, molto nota nel passato era la BENZEDRINA) ma altri hanno formule chimiche diverse; inoltre molte anfetamine hanno effetti diversi da quelli stimolanti (ecstasy). Alcuni stimolanti sintetici sono prodotti legalmente e usati in medicina come dimagranti in quanto fanno perdere l’appetito (noti anche come ANORESSIZZANTI). Vengono venduti come pillole ma possono essere usati anche per via intranasale, fumati o iniettati endovena.









Subutex o Buprenorfina
Informazioni sui Tipi di Droghe
Il Subutex o Buprenorfina è un farmaco oppiaceo con azione parziale agonista/antagonista.
La Buprenorfina cloridrato è stata commercializzata per la prima volta negli anni ‘80 come analgesico, disponibile con il nome commerciale di Temgesic (compresse sublinguali da 0,2 mg), e Buprenex (in versione iniettabile da 0,3 mg/ml).
Nell’ ottobre 2002, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha approvato inoltre Suboxone e Subutex, buprenorfina ad alta dose (compressa sublinguale) come farmaco usato nel trattamento della dipendenza da oppiacei e, come tale, il farmaco è ora utilizzato anche per questo scopo ed anche in Italia. Negli ultimi anni, la buprenorfina è stata introdotta nella maggior parte dei paesi europei per il trattamento del dolore cronico.

mercoledì 22 maggio 2013

Arrow

Arrow è una serie televisiva statunitense sviluppata da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg. È basata sul personaggio di Freccia Verde, supereroe protagonista di una serie di fumetti pubblicata da DC Comics. Viene trasmessa dal 10 ottobre 2012 sul canale The CW.[1]
In Italia la serie viene trasmessa in prima visione su Italia 1 a partire dall'11 marzo 2013.

La serie segue le avventure del playboy miliardario Oliver Queen. Naufrago per cinque anni su un'isola deserta, viene tratto in salvo e torna finalmente a casa, a Starling City; qui giunto assumerà l'identità segreta nota come "Hood" (o il giustiziere) per combattere il crimine e la corruzione di Starling City, seguendo una lista di nomi trovata in una tasca della giacca del padre prima di seppellirlo. Facendo uso delle abilità fisiche, delle tecniche di lotta e dell'incredibile maestria con l'arco ottenuta sull'isola con anni di pratica e scontri mortali e aiutato dal suo braccio destro e confidente Diggle, perseguirà uno ad uno i criminali e i malviventi della Lista per eliminarli.prossimamente ci sarà anche una seconda stagione.

Personaggi principali

  • Oliver Queen/Freccia Verde, interpretato da Stephen Amell, doppiato da Riccardo Rossi.
    Giovane miliardario dato per disperso dopo un naufragio, ritorna alla sua casa dopo cinque anni di assenza. Dietro la facciata del "risorto" Oliver Queen ora c'è però il nuovo "giustiziere" di Starling City, noto come "l'Incappucciato", il quale perseguita i criminali seguendo la "lista di nomi" che Oliver ha avuto dal padre prima di morire, adoperando le tecniche di lotta e l'incredibile abilità con l'arco che ha acquisito sull'isola.
  • Dinah "Laurel" Lance, interpretata da Katie Cassidy, doppiata da Domitilla D'Amico.
    L'ex-ragazza di Oliver, nonché un avvocato che difende i poveri. Non riesce a perdonare Oliver per la morte della sorella, che aveva iniziato una relazione con Oliver andando sulla barca che poi è naufragata. È in costante contatto con l'Incappucciato e lo aiuta in alcuni casi. Più in là nella storia si fidanzerà con Tommy, ma sembra che continui ad essere attratta in qualche modo ancora da Oliver, infatti la sua storia con Tommy finirà propio a causa dei suoi sentimenti per Oliver.
  • Tommy Merlyn, interpretato da Colin Donnell, doppiato da Davide Chevalier.
    Il migliore amico di Oliver. Ragazzo dissoluto e dai molteplici vizi, viene privato dei soldi dal padre e diventa una persona responsabile. Da sempre innamorato di Laurel, riesce a mettersi assieme a lei e a diventare il suo ragazzo, ma alla fine la lascerà per paura che lei possa amare Oliver più di lui.
  • John Diggle, interpretato da David Ramsey, doppiato da Simone Mori.
    La guardia del corpo di Oliver. Inizialmente non viene rispettato da Oliver che lo semina o lo depista ogni qualvolta ha necessità di trasformarsi nell'Incappucciato; successivamente rivelerà la sua identità a Diggle e ne farà il suo braccio destro e alleato. È un ex-soldato dotato di molteplici abilità. Suo fratello era un soldato, proprio come lui, e fu ucciso da Deadshot.
  • Thea Queen, interpretata da Willa Holland, doppiata da Ilaria Latini.
    La sorella di Oliver, soprannominata Speedy, inizialmente tenta di soffocare la mancanza del padre (e la lontananza emotiva del fratello) con alcool e droghe. Successivamente lavorerà presso lo studio legale di Dinah e si innamorerà di Roy Harper
  • Moira Queen, interpretata da Susanna Thompson, doppiata da Anna Cesareni.
    La madre di Oliver. Sembra essere coinvolta nella faccenda del naufragio e conseguente morte di suo marito, nonché nei vari traffici illeciti e nel caso della "Lista".
  • Detective Quentin Lance, interpretato da Paul Blackthorne, doppiato da Vittorio De Angelis.
    Padre di Laurel, odia profondamente Oliver che considera responsabile della morte dell'altra figlia. Non si fa scrupolo ad usare chiunque, perfino sua figlia, pur di arrestare l'Incappucciato.
  • Felicity Smoak, interpretata da Emily Bett Rickards, doppiata da Paola Majano.
    Un'esperta di informatica che lavora alle Queen Industries. Oliver, senza rivelarsi come l'Incappucciato, le chiede più volte aiuto per risolvere alcuni casi sfruttando le sue abilità come hacker ed esperta informatica. Più tardi deciderà di metterla a conoscenza della sua doppia vita, facendola diventare un membro della squadra dell'Incappucciato.

Personaggi secondari

  • Robert Queen, interpretato da Jamey Sheridan, doppiato da Michele Gammino.
    Padre di Oliver, suicidatosi dopo il naufragio. È da lui che Oliver ottiene "la Lista" (a Diggle dice che il padre gliel'ha data prima di morire), e gli viene rivelato che Robert stesso era coinvolto nei vari traffici illeciti e criminali della città. Appare durante il "soggiorno" di Oliver sull'isola, come una sorta di sogno o allucinazione, per rivelare a Oliver cosa deve fare una volta tornato a casa.
  • Walter Steele, interpretato da Colin Salmon, doppiato da Paolo Marchese.
    Il nuovo marito di Moira. Amministratore e dirigente della Queen Consolidated, indaga sulla moglie e sui suoi segreti fino a scoprire troppe cose; viene quindi rapito dal misterioso "capo" di Moira e tenuto segregato. Dopo molto tempo Oliver si mette sulle sue tracce e lo salva dalla sua prigionia.
  • Joanna De La Vega, interpretata da Annie Ilonzeh, doppiata da Eleonora De Angelis.
    Collega e amica di Laurel. Dopo la morte del fratello (avvenuta a causa di un criminale incendiario), si prende un periodo di aspettativa.
  • Detective Lucas Hilton, interpretato da Roger Cross, doppiato da Roberto Draghetti.
    Collega di Quentin. Quentin ha il dubbio che in realtà sia una talpa al soldo dei misteriosi "capi del crimine" di Starling City.
  • Yao Fei, interpretato da Byron Mann, doppiato da Saverio Indrio.
    L'uomo che si prende cura di Oliver per un po' di tempo durante la sua permanenza sull' isola. Dotato di grande maestria nell'uso dell'arco e delle tecniche da combattimento. In passato Yao Fei lavorava per un gruppo di liberalisti, l'esercito cinese lo fece incriminare per dei crimini di cui non era colpevole solo per cercare un caprio espiatorio, per tanto fu segregato nell' isola, dove l'esercito un tempo imprigionava i criminali più pericolosi. Il comandante Fyers lo uccide con un colpo di pistola.
  • Malcolm Merlyn, interpretato da John Barrowman, doppiato da Francesco Bulckaen.
    Il padre di Tommy, miliardario dai modi bruschi e dai molteplici misteri. Amava molto sua moglie, prima che venisse uccisa da un criminale con un colpo di pistola, la cosa lo cambiò molto e lo spinse ad abbandonare il figlio per ben due anni, periodo che passò a Nanda Parbat, dove si addestrò. Al pari dell' Incappucciato, ha dato prova di essere un formidabile arcere, inoltre non mostra nessuna pietà nell'uccidere la gente.
  • Helena Bertinelli/Cacciatrice interpretata da Jessica De Gouw, doppiata da Gemma Donati.
    Figlia del boss mafioso Bertinelli, è addestrata in ogni tipo di combattimento ed uso di armi da fuoco. Cercò di far arrestare suo padre raccogliendo delle prove per l'FBI, suo padre erroneamente pensò che a farlo fu il fidanzato della figlia, Michael, e lo fece uccidere. Ha una breve storia con Oliver e grazie al suo aiuto è riuscita a far rinchiudere suo padre dietro le sbarre, ma poi decide di separarsi da lui per perseguire unicamente la strada della vendetta.
  • Floyd Lawton/Deadshot interpretato da Michael Rowe.
    Appare nell'episodio 3, è un killer a contratto, tra i più ricercati dall'FBI; il suo aspetto è simile a quello dei fumetti, ha un visore/mirino sull'occhio destro, mitragliette posizionate sugli avambracci e una mira eccellente; Oliver/l' Incapucciato lo uccide apparentemente colpendolo con una freccia nel visore. Ritorna poi nell' episodio 16, dove è stato incaricato di uccidere Malcom Merlyn.
  • Slade Wilson/Deathstroke, interpretato da Manu Bennett,[3]doppiato da Pasquale Anselmo.
    Proprio come Yao Fei pure Slade ha contribuito all'addestramento di Oliver sull' isola. Slade lavora per i servizi segreti australiani, lui e il suo partner, Billy Wintergreen, furono incaricati di portare Yao Fei in salvo dall' isola e dal comandante Fyers. Billy tradisce il suo partner per lavorare con Fyers, ma alla fine Slade uccide il suo ex compagno.
  • China White (Chen Na Wei), interpretata da Kelly Hu.
    Pericolosa criminale e braccio armato della Triade Cinese; compare negli episodi 7 e 8 durante la guerra tra la Cacciatrice, la famiglia Bertinelli e la Triade.
  • Roy Harper, interpretato da Colton Haynes, doppiato da Gabriele Patriarca.
    È un ragazzo che vive nel Glades, la zona malfamata di Starling City, e si procura da vivere facendo il criminale. Avrà poi una storia d'amore con Thea.
Inoltre nella serie televisiva fanno apparizione altri personaggi della DC Comics:
  • Garfield Lynns/Firefly, interpretato da Andrew Dunbar.
    È un ex pompiere che nel tentativo di salvere altre persone in un grande incendio, scoppiato in un un palazzo di Starling City, viene abbandonato dai suoi meno coraggiosi compagni e resta imprigionato dunque nell'edificio in fiamme. Tornerà tempo dopo appiccando egli stesso incendi ed uccidendo i pompieri che tentano di domarli. Infine verrà fermato dall' Incappucciato e si darà fuoco.
  • Werner Vertigo/Conte Werner Vertigo, interpretato da Seth Gabel, doppiato da Marco Baroni.
    Lo spacciatore peggiore di Starling City, si fa chiamare "Il Conte" poiche quando testava la sua Vertigo (una pesantissima droga iventata da lui) lasciava segni sul collo delle vittime simili al morso del Conte Dracula. Oliver lo affronta e gli inietta una dose di vertigo, lo shock da overdose lo rende mentalmente instabile e per tanto viene richiuso in uno studio psichiatrico.

giovedì 11 aprile 2013

Flauto Dolce

Il flauto dolce (detto anche flauto a becco o flauto diritto) è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni, di legno[1]. In inglese è chiamato recorder, in francese flûte à bec, in tedesco Blockflöte. Come l'ocarina e il tin whistle è uno strumento "a fischietto", in cui l'emissione del suono è provocata dall'incanalamento dell'aria in un condotto, ricavato nell'imboccatura dello strumento, che la dirige contro un bordo affilato (detto labium): l'oscillazione della colonna d'aria fra l'esterno e l'interno del labium mette in vibrazione l'aria contenuta nello strumento.


Taglie del flauto dolce "moderno"

Estensioni "moderne" dei flauti dolci
Flauti in do Estensione Flauti in fa Estensione
sopranino Range GarkleinRecorder.png sopranino
Ascolta il suono
Range SopraninoRecorder.png
soprano Range SopranoRecorder.png contralto Range AltoRecorder.png
tenore Range TenorRecorder.png basso
(in fa)
Range BassRecorder.svg
basso in do Range GreatBassRecorder.png gran basso in fa Range ContraBassRecorder.png
I flauti dolci sono realizzati in varie taglie, sviluppatesi in epoca rinascimentale, quando si diffuse la pratica di eseguire con strumenti brani polifonici originariamente destinati alle voci: da questa pratica derivò la produzione di un repertorio strumentale in cui le parti mantenevano le estensioni tipiche dei registri vocali[2].
Nel XVI secolo non solo i flauti dolci, ma tutti gli strumenti melodici (tromboni, bombarde, viole da braccio e da gamba... perfino gli antenati del fagotto) costituivano "famiglie" formate da "soprano", "contralto", "tenore" e "basso". In alcune famiglie di strumenti (come nei flauti dolci), tutte le estensioni erano trasposte, rispetto alla voce umana dello stesso nome, un'ottava sopra; in altre famiglie le estensioni risultavano abbassate di un'ottava (come in alcuni strumenti ad ancia). Per similitudine con la nomenclatura dei registri dell'organo (basata sulla lunghezza della canna più grave del registro)[3], si usa dire che gli strumenti accordati all'unisono delle voci con lo stesso nome suonano «su 8 piedi (8')», mentre quelli che suonano trasponendo un'ottava sopra o un'ottava sotto, rispettivamente, sono accordati «su 4'» o «su 16'».
Nel caso dei flauti dolci, la composizione della famiglia è cambiata nel corso dei secoli. All'epoca della riscoperta del flauto dolce nel XX secolo si è consolidata nell'uso una famiglia "standard" di 4' (ogni strumento suona un'ottava sopra rispetto alla voce umana dello stesso nome) costituita da:
  • flauto dolce soprano (in do3)
  • flauto dolce contralto (in fa2)
  • flauto dolce tenore (in do2, un'ottava sotto il flauto soprano)
  • flauto dolce basso (in fa1, un'ottava sotto il flauto contralto)
Tuttavia, come si vedrà più oltre nella sezione sulla storia dello strumento, questa "famiglia" include taglie che erano effettivamente in uso in epoca rinascimentale (il tenore in do e il basso in fa; per contro, nel XVI secolo soprano e contralto erano normalmente in re e in sol) assieme a taglie tipicamente tardo-barocche (il contralto in fa), nell'ottica di rendere disponibile agli stessi strumenti tutta la letteratura che va dal tardo Medioevo alla metà del XVIII secolo. La famiglia è ampliata da due flauti di taglia più piccola:
Flauti dolci di varie dimensioni.
  • flauto dolce sopranino in fa3 (un'ottava sopra il flauto contralto)
  • flauto dolce sopranino in do4 (un'ottava sopra il flauto soprano)
e da due strumenti di taglia più grande:
  • basso in do1 (un'ottava sotto il flauto tenore)
  • gran basso in fa0 (due ottave sotto il flauto contralto)[4]
Il flauto dolce oggi più diffuso è il soprano in do (utilizzato spesso per l'educazione musicale nella scuola media), benché gran parte del repertorio solistico per il flauto dolce (specificamente, quasi tutto il repertorio barocco) sia destinato al flauto contralto in fa. I flauti "gran bassi" sono oggi usati solo da pochissimi esecutori, e nella loro versione rinascimentale originale (ad esempio dal Wiener Blockflöten Ensemble).
Il flauto dolce moderno (che ha l'estensione del flauto tardo-barocco) produce tutte le note della scala cromatica per un totale di due ottave e un tono. I flautisti più esperti possono superare questo limite con diteggiature e tecniche di emissione particolari.
Attualmente (XXI secolo) gli interpreti professionisti usano flauti che riproducono con la massima aderenza possibile esemplari superstiti di strumenti coevi al repertorio eseguito; pertanto i flauti dolci con taglie e caratteristiche "moderne" sono oggi usati per la musica contemporanea, e per il resto confinati all'uso didattico e amatoriale.


Impostazione

Componenti di un flauto dolce.
Si suona tenendo lo strumento frontalmente tra le labbra, a differenza del flauto traverso che si tiene orizzontale. Per questo motivo il flauto dolce è a volte chiamato "flauto diritto". Esistono flauti dolci di diverse lunghezze: i flauti più lunghi hanno un suono più grave, i più corti hanno un suono più acuto.
Ha in tutto otto fori, sette sul lato anteriore e uno su quello posteriore; dei sette anteriori, i tre superiori si suonano con la mano sinistra (il foro sul lato posteriore, detto "portavoce", si chiude con il pollice della mano sinistra, e serve per ottenere le note dell'ottava superiore) e i quattro inferiori con la mano destra. Il mignolo della mano sinistra ed il pollice della destra non vengono usati (il pollice destro regge lo strumento). Il foro più basso è disallineato rispetto agli altri, per poter essere agevolmente raggiunto dal dito mignolo; nei flauti rinascimentali, in luogo del foro più basso venivano praticati due fori alla stessa altezza, in posizione simmetrica, per permettere un eventuale uso con le mani invertite (la destra in alto, la sinistra in basso): il foro non utilizzato era sigillato con la cera. Per alzare di un semitono la nota più grave è necessario tappare il foro più basso solo a metà: nel XVIII secolo, per rendere più precisa l'intonazione della nota alterata, il foro fu sdoppiato in due fori ravvicinati (e lo stesso fu fatto per il foro immediatamente superiore), come si vede nei flauti dolci di costruzione moderna.
Gli strumenti più gravi della famiglia hanno delle chiavi che permettono di occludere i fori sul trombino.
Nel flauto dolce (diversamente dal flauto traverso) non è possibile variare l'imboccatura cambiando la posizione delle labbra, per adattarla a un flusso d'aria più o meno intenso: pertanto, nel flauto dolce variazioni di pressione dell'aria da parte dell'esecutore producono inevitabilmente variazioni di altezza della nota emessa. Gli effetti espressivi ottenibili con il flauto dolce si basano quindi sull'articolazione del fraseggio (la variazione del transitorio di attacco di ciascuna nota, ottenuta con diversi "colpi di lingua"), sull'uso (sporadico) di diteggiature alternative, e su moderate variazioni di intensità sulle singole note; è invece preclusa la possibilità di ampie variazioni di intensità (piano e forte) e di effetti di crescendo e diminuendo sull'arco di frasi lunghe.
Per contro, il fatto che l'imboccatura del flauto dolce possa essere anche molto lontana dalla bocca dell'esecutore (negli strumenti più lunghi l'aria viene soffiata attraverso un tubo di ottone detto ritorta) permette di realizzare strumenti molto lunghi (e quindi con tessitura molto bassa), cosa assai più problematica per i flauti traversi.
Proprio la diversa costruzione dell'imboccatura, che differenzia il flauto dolce dal flauto traverso, ha quindi determinato tanto la grande diffusione del flauto dolce nel Rinascimento (epoca in cui si apprezzava molto l'effetto di insiemi omogenei di strumenti che riproducessero, grazie alle diverse taglie, l'insieme delle voci umane dal basso al soprano), quanto la successiva prevalenza del flauto traverso verso la fine del XVIII secolo (allorché le possibilità dinamiche del flauto dolce risultarono inadeguate alle mutate esigenze musicali e alle dimensioni delle sale da concerto) e infine l'uso massiccio del flauto dolce come strumento didattico nel XX secolo.

Gli inizi

Lo schema di base del flauto a fischietto è molto comune e ne fa uno strumento molto antico. Il flauto dolce si distingue per la presenza di otto fori (sette frontali, più il portavoce[5]), laddove altri strumenti della stessa famiglia ancora in uso, ad esempio nella musica popolare irlandese hanno normalmente sei fori, così come in origine anche il flauto traverso prima dell'intervento di Theobald Boehm nel 1832. Inoltre la cameratura del flauto dolce, particolarmente in epoca barocca, è conica (con l'estremità più ampia verso l'imboccatura) mentre quella di strumenti simili è cilindrica.
Si fa risalire l'origine dello strumento al XIV secolo anche se alcuni documenti pittorici fanno pensare ad un'origine anteriore. Gli esemplari più antichi oggi esistenti risalgono appunto al XIV secolo: si tratta di due strumenti trovati rispettivamente nel 1940 in un fossato a Dordrecht in Olanda, e a Gottinga, in Germania, in una latrina pubblica, e di un frammento, di osso, trovato a Rodi, in Grecia. Il grande musicista e poeta Guillaume de Machaut (circa 1300-1377) cita in un suo verso fleuthe traversaines et flaustes dont droit joues quand tu flaustes, a dimostrazione che flauto diritto e flauto traverso erano entrambi in uso nel XIV secolo.
In un libro contabile del 1388 del conte Enrico di Bolingbroke (il futuro Enrico IV d'Inghilterra) si trova l'annotazione «fistula nomine Ricordo»[6], che risulta essere la più antica menzione del nome recorder, ancor oggi usato in inglese per il flauto dolce, la cui etimologia è tuttora sconosciuta.

Il Rinascimento

Il flauto dolce ebbe la sua massima popolarità durante il XVI e XVII secolo, quando la produzione di spartiti a stampa permise ad un vasto pubblico di dilettanti di accedere alla letteratura musicale: per costoro il flauto dolce era uno degli strumenti più accessibili e permetteva di suonare una gran quantità di melodie popolari. A testimonianza della sua popolarità, un elenco di proprietà di Enrico VIII, alla sua morte nel 1547, comprendeva ben 76 flauti dolci. Lo strumento ha lasciato traccia nella letteratura di questo periodo, ed è citato, ad esempio, in opere di Shakespeare, Samuel Pepys, John Milton.
Gli strumenti di questo periodo[7] avevano minore conicità e cameratura più ampia rispetto agli strumenti di epoche successive; richiedevano un maggior dispendio di fiato a fronte di un suono più pieno e di maggior volume. L'estensione suonabile con facilità era di circa un'ottava e mezzo, e gli strumenti più acuti erano tipicamente in re e in sol (anziché in do e in fa). Gli strumenti erano costruiti in legno di acero o di pero, o in altre essenze con simili caratteristiche; flauti soprani e contralti erano talora costruiti anche in bosso o in avorio.
In epoca rinascimentale e fino alla prima metà del XVII secolo coesistevano due distinte famiglie di flauti, quella su 8' e quella su 4'[8]: la prima eseguiva la musica all'altezza reale, la seconda un'ottava sopra. Le due famiglie erano utilizzate in alternativa l'una all'altra, a seconda delle esigenze musicali. Le taglie del flauto dolce in quest'epoca sono quindi assai numerose (più di qualunque altro strumento coevo): gli strumenti più acuti (soprani e contralti) appartenevano alla famiglia di 4', quelli più gravi (gran bassi) alla famiglia di 8', mentre quelli intermedi (tenore e "bassetto") erano usati come strumenti gravi nella famiglia di 4' oppure come strumenti acuti nella famiglia di 8'.
I trattatisti rinascimentali Virdung (1511), Agricola (1529) e Ganassi (1535) descrivono solo tre taglie di flauto:
  • soprano in sol (che oggi chiameremmo "contralto"[9])
  • tenore in do
  • basso in fa
Lo scienziato e umanista Gerolamo Cardano, nel suo trattato De musica (1541), descrive anche un flauto soprano in re[10].
Flauti tardorinascimentali, da Syntagma musicum di Michael Praetorius, 1619. La scala di riferimento (a destra) mostra che lo strumento più lungo (Groß Bass) misurava circa due metri (ed era, come gli altri, in un pezzo unico).
Michael Praetorius, nel suo trattato di organologia del 1619, indica i seguenti strumenti (rappresentati nell'illustrazione riportata a fianco):
  • Klein flöttlin (sopranino) in sol4
  • Discant (soprano) in re4
  • Discant (soprano) in do4
  • Alt (contralto) in sol3
  • Tenor (tenore) in do3
  • Bassett (basso) in fa2
  • Bass (basso) in sib1
  • Groß Bass (gran basso) in fa1
Alcuni gran bassi in fa1 erano dotati di un sistema di chiavi che ampliava l'estensione nel grave fino al do1. Strumenti di questo tipo sono descritti nel trattato di Mersenne (1636), ed è giunto fino a noi uno strumento rinascimentale lungo 260 cm, conservato al Museo Vleeshuis di Anversa.
Gli strumenti di epoca rinascimentale tuttora conservati sono relativamente pochi[11], se rapportati alla diffusione del flauto dolce all'epoca, ma comunque largamente sufficienti a fornire informazioni precise sulle loro caratteristiche sonore e costruttive: notevoli sono una famiglia (incompleta) di strumenti, conservata a Norimberga ancora in condizioni suonabili, tre strumenti di grossa taglia conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e tredici flauti conservati nel Museo dell'Accademia Filarmonica di Verona. Una cinquantina di strumenti tuttora esistenti portano il marchio della famiglia italiana Bassano, costruttori di strumenti a fiato di grande notorietà in tutta Europa nel XVI secolo.

L'epoca barocca

Nel corso del XVII secolo il flauto dolce fu modificato in maniera significativa: i maggiori cambiamenti costruttivi sono attribuiti alla famiglia Hotteterre, attiva a Parigi fra la metà del XVII secolo e la metà del secolo successivo. Le modifiche apportate ebbero effetto sul timbro (per la conicità più accentuata, che determina una prevalenza delle armoniche dispari nello spettro del suono emesso) e lo resero uno strumento completamente cromatico su due ottave. Molti compositori importanti prescrissero esplicitamente l'uso flauto dolce nelle loro opere.
Sono oggi conservati nel mondo (in musei o collezioni private) più di mille esemplari risalenti ai secoli XVII e XVIII, opera dei costruttori P. Bressan, J. e J.C. Denner, Stanesby sr. e jr., Oberlender, Gahn, Rippert, Schell, famiglia Schrattenbach, Boekhout, famiglia Hotteterre, Haka, Mahillon, Heitz, famiglia Rottenburgh, Beukers, Aardenberg, Steenbergen, Kynseker, Anciuti e G. Walch; la taglia più rappresentata è il contralto, e in maggioranza sono costruiti in legno di bosso[12].
Nel XVII secolo il flauto dolce era chiamato semplicemente flauto, mentre il flauto traverso si chiamava traverso o traversiere; nel XVIII secolo il flauto traverso accrebbe la sua importanza come strumento solistico, e si iniziò a designare quest'ultimo come "flauto", determinando qualche incertezza interpretativa ai nostri giorni (che tuttavia in genere è di facile soluzione in base all'estensione del brano, dato che il flauto traversiere suona una terza sotto rispetto al flauto dolce contralto). Johann Sebastian Bach scrisse il suo quarto Concerto Brandeburghese, oggi suonato con flauti dolci, per due "flauti d'echo", un termine che lascia qualche interrogativo sul tipo di strumento richiesto. Il musicologo Thurston Dart credette che si trattasse di uno strumento di origine francese ("flageolet") simile al flauto dolce ma intonato un'ottava sopra, che in quegli anni era piuttosto noto grazie all'uso che di esso faceva un virtuoso londinese di origine francese, James Paisible. Altri sostengono che Bach volesse indicare uno strumento chiamato appunto flauto d'eco, un esemplare del quale è visibile a Lipsia, costituito di due flauti dolci in Fa, collegati tramite cinghie di cuoio, e disposti per avere volumi diversi. Antonio Vivaldi scrisse tre concerti per flautino, uno strumento che probabilmente è quello che oggi chiamiamo flauto dolce sopranino, anche se per molto tempo le esecuzioni di queste composizioni hanno utilizzato un ottavino.
Poiché il flauto era strumento diffuso fra i dilettanti, nel XVIII secolo furono pubblicate numerose trascrizioni per flauto di sonate per violino, per esempio la (discussa) trascrizione di sonate di Arcangelo Corelli ad opera di John Walsh (Londra 1702). Viceversa, buona parte delle sonate dell'epoca barocca per strumento a fiato solo (con o senza basso continuo) si possono eseguire indifferentemente sul flauto dolce, sul flauto traverso o sull'oboe (quest'indicazione è spesso fornita esplicitamente nel frontespizio delle raccolte dell'epoca), quindi la loro esecuzione con il flauto dolce non si deve considerare una "trascrizione", nemmeno quando essa necessita della trasposizione del pezzo una terza minore sopra, secondo la prassi indicata da Jacques Hotteterre nel 1715.
Il fatto che dopo la metà del XVII secolo si sia iniziato (probabilmente ad opera degli Hotteterre) a costruire i flauti dolci in tre parti, mentre nel Rinascimento erano costruiti in un pezzo unico o al massimo in due pezzi (anche i più grandi), riflette un significativo cambiamento nella figura del flautista professionista. Nel Rinascimento, gli strumentisti erano al servizio delle corti, e gli strumenti che usavano non erano di loro proprietà, bensì della cappella di corte. Tutti gli strumenti a fiato costruiti per una stessa cappella erano accordati su uno stesso La, ma quest'ultimo poteva variare moltissimo fra una cappella e l'altra (anche di più di mezzo tono). In seguito, i più noti virtuosi di flauto iniziarono a spostarsi da una città all'altra per le loro esibizioni, portando con sé i loro strumenti, e il problema di doversi adeguare ad altezze del La tanto diverse fu risolto costruendo il flauto in tre sezioni (il flauto traversiere addirittura in quattro): per piccole variazioni di accordatura era sufficiente inserire la sezione centrale più o meno profondamente nella testata (come si fa tuttora), ma oltre un certo limite era necessario sostituire del tutto la sezione centrale con una di lunghezza diversa e con le distanze fra i fori alterate proporzionalmente. I flautisti dell'epoca barocca andavano quindi in giro con strumenti che avevano una dotazione di due o tre sezioni centrali intercambiabili, diversamente accordate. Gli strumenti di epoca barocca erano costruiti in legni molto duri (bosso o ebano). Diversi costruttori realizzavano flauti in legno con il becco e le giunzioni rivestite in avorio o in argento, a fini estetici e per prevenire fessure del legno nei punti in cui esso risultava più sottile. Alcuni strumenti erano realizzati interamente in avorio.
Frontespizio dell'Opera intitulata Fontegara, la quale insegna a sonar di flauto con tutta l'arte opportuna... (1535)

L'Ottocento

Alla fine del diciottesimo secolo il flauto dolce subì un declino. La radicale trasformazione del flauto traverso ad opera di Theobald Boehm, fra il 1832 e il 1847, rende quest'ultimo strumento definitivamente più adatto a figurare nell'orchestra sinfonica. L'ultima apparizione di qualche rilievo del flauto dolce è nell'opera di Gluck, Orfeo ed Euridice, dove viene usato come suono evocativo dell'aldilà.
Nei primi anni del XIX secolo comparve uno strumento chiamato Csakan, molto simile al flauto dolce e con la stessa diteggiatura, probabilmente inventato da Anton Heberle (che lo usò per la prima volta in un concerto nel 1807). Lo Csakan godette di una notevole popolarità a Vienna e in tutta l'area austro-ungarica: fra il 1807 e il 1845 furono pubblicati oltre 400 brani di musica per Csakan (solo o con accompagnamento di chitarra o pianoforte), per lo più destinati a musicisti dilettanti. Lo Csakan era spesso costruito nella forma di un bastone da passeggio, con la testata nell'impugnatura, a somiglianza di alcuni strumenti popolari ungheresi.

Il XX secolo e la riscoperta

Lo strumento venne riscoperto nell'ambito del movimento di riscoperta della musica antica, nella prima metà del secolo, ad opera di Arnold Dolmetsch in Inghilterra, degli insegnanti del Conservatorio di Bruxelles - dove Dolmetsch aveva studiato - e nei concerti tenuti alla Bogenhausen Künstlerkapelle (l'orchestra degli artisti di Bogenhausen) in Germania, dove nello stesso periodo operavano, a favore del flauto dolce, anche Willibald Gurlitt, Werner Danckerts e Gustav Schecky. Carl Dolmetsch, il figlio più giovane di Arnold, si dedicò a partire dagli anni trenta alla costruzione di strumenti in cui introdusse singolari innovazioni per permettere una maggiore escursione dinamica e diteggiature alternative, consistenti in chiavi aggiuntive poste sulla faccia posteriore del becco e sul foro terminale del flauto; queste innovazioni non godettero di grande fortuna, e nella seconda metà del XX secolo è stata sempre più incentivata, nell'uso professionistico, la produzione di copie accurate dei pochi esemplari di epoca rinascimentale e barocca che sopravvivono in musei o collezioni private.

Uso nelle scuole

Due flauti in plastica (Yamaha).
Nella seconda metà del XX secolo divenne possibile produrre flauti di bachelite e poi di plastica; in questo modo i flauti dolci divennero economici e veloci da produrre[13]. Il rinnovato interesse per lo strumento, unito a questa circostanza, fece sì che lo strumento divenisse popolare come supporto didattico da utilizzare nelle scuole, soprattutto per la facile emissione sonora e per la ridotta distanza fra i fori, che rende il flauto soprano in do adatto anche a mani molto piccole.[14] Il flauto dolce, inoltre, non pone ai principianti i problemi di intonazione tipici degli strumenti ad arco[15], né i problemi di acquisizione dell'imboccatura che si incontrano in quasi tutti gli altri strumenti a fiato, sia labiali, che ad ancia, che a bocchino.
Nella costruzione di strumenti per uso didattico, la scuola inglese mantenne la diteggiatura standard dell'epoca barocca, nella quale il quarto grado della scala diatonica dello strumento (FA nel soprano e SIb nel contralto) si ottiene con la diteggiatura detta "a forchetta" (tutti i fori chiusi eccetto quello del medio della mano destra). In Germania, invece, intorno al 1920 si pensò di alterare i diametri dei fori, ottenendo in questo modo la cosiddetta "diteggiatura tedesca", che consente di emettere la stessa nota con medio, anulare e mignolo della destra sollevati: questa diteggiatura, che a molti sembra più agevole, determina però un'inevitabile stonatura di altre note della scala cromatica, e pertanto è presente solo in strumenti per principianti. Alcuni modelli molto diffusi di flauti per uso scolastico sono tuttora disponibili con l'una o con l'altra diteggiatura: questo causa non infrequenti confusioni da parte di acquirenti inesperti.

Repertorio

Medioevo e Rinascimento

Fino alla fine del XVI secolo, praticamente in nessuna composizione è esplicitamente indicato uno specifico strumento (se si eccettuano le intavolature per strumenti a tastiera). Il flauto dolce era ampiamente impiegato nel repertorio strumentale, e le indicazioni più significative del suo utilizzo vengono dalle numerose opere dedicate alla pratica delle variazioni strumentali su madrigali e chansons basate sulla tecnica della diminuzione. In particolare, il trattato Opera intitulata Fontegara (1535) di Silvestro Ganassi dal Fontego è specificamente dedicato al flauto dolce.
I flautisti hanno a disposizione un vastissimo repertorio di epoca rinascimentale, eseguibile con una famiglia di flauti dolci oppure insieme ad altri strumenti (broken consort): musiche di danza, fantasie e ricercari, esecuzione strumentale di madrigali e chansons.

Barocco

In epoca barocca il flauto dolce era usato nell'ambito di formazioni diverse. Nei secoli XVII e XVIII numerose raccolte erano pubblicate senza l'indicazione dello strumento di destinazione (dato che potevano essere eseguite indifferentemente con diversi strumenti) o con indicazioni alternative[16]; anche quando è presente l'indicazione "flauto" non è sempre evidente se si intenda il flauto dolce o il flauto traverso. Vi sono però numerose composizioni in cui è esplicitamente indicato il flauto dolce; nella maggioranza dei casi è richiesto il flauto dolce contralto in fa, più raramente il soprano in do.
Alle soglie tra il Rinascimento e il barocco, sia Claudio Monteverdi (ne L'Orfeo e nel Vespro della Beata Vergine) che Heinrich Schütz inserirono il flauto (generalmente, una coppia di flauti) nell'organico di grandi opere sacre o profane, in occasionale alternanza agli strumenti acuti di più frequente utilizzo (violini, cornetti), per ottenere effetti timbrici particolari. Lo stesso fece, alcuni decenni più tardi, anche Henry Purcell.
Jacob Jordaens, Tre Musicisti. Prima metà del XVII secolo. Olio su legno, 49 × 64 cm. Madrid, Museo del Prado.
Al primo barocco appartiene la prima e fino ad oggi più voluminosa opera per flauto dolce solo, il Fluyten Lust-hof (Edizione stampata in tre volumi dal 1648 fino al 1654) del flautista Jacob van Eyck di Utrecht, una collezione di quasi 150 arie di danze, canzoni e corali molto popolari in quei tempi, ciascuna corredata da diverse variazioni progressivamente sempre più elaborate e virtuosistiche[17]. Altre raccolte dello stesso genere, per lo più anonime, furono pubblicate in Olanda (Der Gooden Fluyt Hemel, 1644) e in Inghilterra (The division flute, 1708).
Fra le sonate da camera per strumento a fiato e basso continuo del XVIII secolo, gran parte possono essere eseguite con il flauto dolce (eventualmente con la trasposizione di una terza minore verso l'alto, che si usava già all'epoca), diversamente da quelle che sono destinate al violino e quindi comprendono un'estensione troppo grande e occasionali accordi (anche delle sonate violinistiche più popolari, fra cui quelle di Corelli e di Vivaldi, comparvero tuttavia "arrangiamenti" per flauto dolce già nella prima metà del Settecento, in Inghilterra).
Come già detto, nella musica italiana si trova generalmente l'indicazione "flauto" senza che sia specificato se si tratti di flauto dolce o flauto traverso. Vivaldi scrisse numerosi concerti per flauto contralto e archi (o per flauto e altri strumenti concertanti), e almeno tre concerti, particolarmente virtuosistici, per "flautino“ (che dovrebbe essere il flauto dolce sopranino in fa), archi e basso continuo. Un'intera raccolta di dodici sonate originali per flauto dolce contralto e basso continuo di Benedetto Marcello fu pubblicata a Venezia nel 1712, e successivamente ripubblicata a Londra nel 1732. Altre raccolte di sonate per flauto furono scritte da Paolo Benedetto Bellinzani e da Giovanni Battista Sammartini, mentre Alessandro Scarlatti incluse il flauto dolce in numerose cantate o concerti grossi.
In area francese, come sappiamo dai trattati dell'epoca (in particolare quelli di Jacques Hotteterre), si preferiva il timbro del flauto traverso; tuttavia quest'ultimo poteva essere sostituito dal flauto dolce o dall'oboe (le sonate per strumento solo e basso continuo prevedevano anche come possibili alternative l'uso della ghironda (vielle) e della Musette de cour, piccola cornamusa a mantice). Nelle suites francesi, il primo movimento di danza (allemande) doveva essere preceduto da un preludio, e se questo non faceva parte della suite era improvvisato dallo strumentista (senza basso continuo). Furono quindi pubblicate diverse raccolte di preludi per flauto, destinati a quest'uso.
Sappiamo dalla testimonianza diretta di Johann Joachim Quantz che il flauto traverso, quantunque fosse chiamato correntemente flûte allemande (flauto tedesco) in Francia e in Inghilterra, acquistò in Germania definitiva preminenza sul flauto dolce solo verso la metà del XVIII secolo. Johann Mattheson pubblicò dodici sonate per flauti nel 1708, e ancora dopo il 1730 Johann Christian Schickhardt pubblicò un gran numero di sonate e altre composizioni destinate al flauto dolce; ma il più vasto corpus di composizioni espressamente dedicate al flauto dolce da un singolo autore è senza dubbio quello dovuto a Georg Philipp Telemann: numerose sonate per flauto solo e basso continuo, sonate per due flauti, concerti e ouvertures per uno o due flauti dolci e archi, e oltre 90 cantate che prevedono uno o più flauti dolci in organico (fra cui 13 cantate sacre per voce, flauto dolce e basso continuo). Telemann e Quantz, inoltre, scrissero brani in cui è prevista (caso rarissimo) la compresenza di flauti dolci e flauti traversi: la triosonata in Do maggiore per flauto dolce, flauto traverso e basso continuo di Quantz, il concerto in mi minore per flauto dolce, flauto traverso e archi TWv 52:e2 di Telemann, e l'Ouverture in si bemolle maggiore TWV 55:B6, sempre di Telemann, che prevede due flauti traversi e un flauto dolce come strumenti concertanti. Johann Sebastian Bach ha usato i flauti dolci contralto come strumenti solisti nei Concerti brandeburghesi no. 2 e 4, oltre che in 19 cantate e nella Passione secondo Matteo.
In Inghilterra il flauto dolce era estremamente popolare come strumento amatoriale; oltre a numerose trascrizioni per flauto di sonate originariamente destinate ad altri strumenti, furono pubblicate raccolte di sonate e concerti espressamente dedicate al flauto da parte di compositori tedeschi o italiani che lavoravano a Londra, in primo luogo Georg Friedrich Händel che rielaborò come sonate per flauto e basso continuo sue precedenti composizioni di successo (inclusi concerti per organo e archi), e inoltre Johann Christoph Pepusch, Gottfried Finger, Nicola Matteis, Giuseppe Sammartini (a cui è dovuto un concerto per flauto dolce soprano e archi), Francesco Maria Veracini, Francesco Barsanti e molti altri compositori non attivi in Inghilterra ma colà molto apprezzati, fra cui Francesco Mancini.

XX e XXI secolo

Dopo un oblio pressoché completo nel corso del XIX secolo, il flauto dolce fu riscoperto dai compositori nei primi decenni del XX secolo. Fra i primi autori del Novecento a scrivere opere originali per flauto dolce si trovano Paul Hindemith (1932) e diversi suoi allevi, e in seguito Benjamin Britten, Edmund Rubbra, Luciano Berio, Jürg Baur, John Tavener, Malcolm Arnold, Michael Tippett, Leonard Bernstein, Erhard Karkoschka, Mauricio Kagel, Kazimierz Serocki, Gordon Jacob, Bertold Hummel. Negli ultimi decenni del XX secolo la letteratura per il flauto dolce è cresciuta considerevolmente e sta crescendo anche nel XXI secolo, grazie a numerose nuove composizioni commissionate dagli interpreti.
Di tanto in tanto, il flauto dolce viene anche usato nella musica pop e rock, per esempio in canzoni dei Beatles, dei Rolling Stones, di Jimi Hendrix o di Led Zeppelin. Nel jazz, troviamo il flauto dolce nelle composizioni di Keith Jarrett, Pete Rose o Paul Leenhouts. Anche nella musica folk e nelle colonne sonore cinematografiche i flauti dolci hanno una certa importanza.